domenica 28 dicembre 2008
1908/2008 Centenario del Terremoto di Messina
Il 28 dicembre del 1908, alle 5:21 del mattino nella piena oscurità e con gli abitanti in parte ancora nel sonno, un terremoto, con numerose scosse devastanti, mise a soqquadro le coste della Sicilia nord-orientale e della Calabria meridionale,cambiando per sempre la fisionomia e la storia delle due sponde dello stretto. Bastarono solo 37 secondi per radere al suolo il 91% degli edifici di Messina e x lasciare sotto le macerie un numero di morti che non potè mai essere accertato ma che raggiunge circa 100.000 vittime. Quel sisma dalla violenza inaudita, per cui Mercalli aggiunse l'11esimo grado nella sua scala, rappresenta, ancora oggi, il più grave disastro naturale accorso nella nostra penisola ed è considerato il quarto evento catastrofico, a livello planetario, di tutto il XX secolo. Non a caso l’eco del disastro fu tale che “per la prima volta gli aiuti si organizzarono in ogni parte del mondo e i principali giornali nei vari continenti se ne occuparono a lungo”. (Giovanna Motta, a cura, La città ferita. Il terremoto dello Stretto e la comunità internazionale, Angeli, 2008, pp.199, 23E.). Infatti la catastrofe diede vita a un movimento di solidarietà senza precedenti: se da un lato emerse la grave impreparazione dell'apparato statale che si manifestò con un forte ritardo degli aiuti, dall'altro ci fu una grande mobilitazione a livello internazionale. I superstiti vennero soccorsi subito dalle squadre navali russa e inglese che si stavano addestrando al largo delle coste siciliane. Presto, l'Europa e l'America si unirono nello Stretto per ridare una speranza di vita a Messina e Reggio; arrivarono aiuti dalla Germania all' Austria-Ungheria, dalla Francia agli Stati Uniti, dalla Danimarca alla Grecia alla Spagna al Portogallo. Anche in Italia il dramma superò l'emergenza locale e divenne un momento di autocoscienza nazionale, stimolando negli italiani un forte sentimento di patriottismo: furono molti i volontari da tutta la penisola che unirono le loro forze per ricostruire le città distrutte. Un evento terribile che a distanza di 100 anni riunisce nel dolore e nel ricordo le città di Messina e Reggio per commemorare le proprie vittime. Molte iniziative sono state organizzate per la ricorrenza e io ho voluto partecipare alla fiaccolata che si è tenuta a Messina nella notte tra il 27 e il 28 gennaio alla fine della quale alle 5,21 di questa mattina le campane delle chiese principali di Messina e Reggio hanno suonato all'unisono per ricordare quei lunghissimi 37 secondi.
DOPO 100 ANNI ANCORA TERREMOTATI
- La ricostruzione di Messina partì due settimane dopo il sisma, esattamente il 12 gennaio 1909, quando il Parlamento varò una legge straordinaria per la rinascita della città stanziando una prima somma di finanziamenti pubblici. Da allora sono state tante le leggi speciali emanate e il numero di finanziamenti straordinari deliberati da Stato e Regione. Una rinascita lunghissima, che ancora oggi, dopo cento anni non è comunque arrivata a conclusione.
Dopo la legge del 1909, i primi passi per rimettere in piedi Messina vennero compiuti nel 1911 con il nuovo piano regolatore, la ricostruzione vera e propria però venne avviata solamente al principio degli anni Quaranta: per 30 anni, insomma, la città rimase un'immensa baraccopoli. Quando le ultime baracche stavano per essere smantellate, arrivarono i bombardamenti alleati del 1943 che danneggiarono i palazzi appena costruiti. E Messina ritornò alle baracche. Un retaggio che si trascina fino a oggi, dal momento che il Comune ha censito l'esistenza ancora di tremila baracche abitate da 15 mila persone. Ed è soprattutto povera gente quella che continua a vivere in baracche di mattoni rossi, cartongesso, legno, lamiera e tetti in eternit, materiale composto anche da amianto che provoca il cancro, su un'area di 54 mila metri quadrati.
Nelle casupole quando piove l'acqua e il fango entrano dentro, i topi passeggiano indisturbati, l'acqua sale dal terreno. La gente lotta per non fare entrare i ratti in casa, mentre è impossibile chiamare igienici i servizi di cui gli abitanti di questi possono usufruire. "Qui - racconta la gente - non c'è nulla di civile. Non è possibile che nel 2008 le persone siano senza una casa".
Qualcuno nei decenni è andato via e le baracche sono state occupate da gente che ha bisogno di un tetto e che preferisce il rischio eternit al rimanere senza casa.
Secondo un'interrogazione dei parlamentari Idv, Leoluca Orlando e Domenico Sicilipoti, al presidente del Consiglio e ai ministri competenti, in questa case fatiscenti che sono "una vergogna nazionale" vivono oltre 3.300 famiglie. Per questo chiedono di far terminare "l'umiliazione inflitta ad esseri umani trattati come scarti".
"La Regione Sicilia nel 1990 - scrivono i parlamentari - si è data una legge speciale per la riqualificazione urbana di Messina che ha portato allo stanziamento di 500 miliardi di lire di cui ne sono stati usati solo 150 e dei restanti 350 si sono perse le tracce. Nel 2004 la Regione siciliana stanzia altri 70 miliardi di euro per realizzare abitazioni e, a partire dal 4 aprile del 2007, il comune di Messina incassa i fondi regionali per la costruzione degli alloggi".
Alla vigilia di Natale l'arcivescovo di Messina, monsignor Calogero La Piana, ha detto: "Il centenario del terremoto arriva in un momento di precarietà e incertezza nel mondo del lavoro, ma anche di gravi eventi, come l'alluvione dei giorni scorsi. Tutte situazioni che aumentano il numero di coloro che attendono ancora un tetto sicuro, intervengano dunque al più presto le istituzioni".
- TERREMOTATI DA CENT'ANNI (Guidasicilia.it)
sabato 27 dicembre 2008
sabato 13 dicembre 2008
Emergenza nubifragio a Roma: la capitale attende la piena del Tevere
Il nubifragio che ha colpito la capitale in questi ultimi giorni ha causato danni tali da rendere necessaria la dichiarazione di stato di calamità.
Un’onda di piena del Tevere, “come mai si era visto negli ultimi 40
anni”, doveva investire la città di Roma venerdì nel tardo pomeriggio.
Ciò non è ancora avvenuto ma il livello del fiume è attualmente a 12,4 metri sul livello normale.
I ponti più a rischio come Ponte Milvio, Flaminio e Castel Sant'Angelo dove “ci sono rischi di leggere esondazioni” sono stati chiusi e costantemente controllati dalle forze dell'ordine.
Il sindaco Alemanno è apparso più volte in televisione per avvertire i cittadini sugli sviluppi del fenomeno e per esortarli a rimanere a casa.
Ma la straordinarietà dell'evento ha attirato l'attenzione dei romani.
La folla dei curiosi attratti dal Tevere che si gonfia cresce come il
livello delle acque. Non si è mai vista tanta gente sui ponti (quelli
ancora aperti). Digitali, reflex e cellulari sguainati. Tutti che
aspettano “l’onda”.
Comunque la situazione, garantisce il capo della Protezione civile
Guido Bertolaso, “viene tenuta costantemente sotto osservazione”.
Mentre in molti litigano sulle presunte colpe, sulle previsioni
ritardatarie, sui rimedi improbabili e sulle apocalittiche profezie.
Il barcone in balia del Tevere!
L'Isola Tiberina rischia la fine di Atlantide?
venerdì 12 dicembre 2008
"I Nati digitali, una generazione sensa avi": intervento di Michel Wesch
I "nati digitali", coloro cioè che sono nati all'inizio degli anni '90 insieme con il World Wide Web e che quindi oggi hanno 16-18 anni, sono una realtà nuova con cui bisogna cominciare a fare i conti. E' questo il messaggio, alquanto netto, lanciato da Michael Wesch, docente di psicologia culturale alla Kansas University, nel suo intervento durante la conferenza "Nati digitali, una generazione senza avi", tenuta venerdì 28 dicembre, all'Accademia dei Lincei organizzata da Media Duemila e dall'Osservatorio TuttiMedia, con la collaborazione della Fondazione Ugo Bordoni, in ricordo di Giovanni Giovannini. Il prof. Wesch, con la sua ricerca, ha voluto indagare sugli aspetti culturali di YouTube, analizzando il suo ruolo all'interno dell'ampio panorama dei social media "dove le identità, i valori e le idee sono prodotte, riprodotte, messe in gioco e negoziate in nuovi modi" e attraverso il racconto di tre “storielle” ha voluto dimostrare come la società sia stata, negli ultimi anni, profondamente condizionata dall'evoluzione del web.
La prima storia si riferisce a Kevin Kelly, giornalista ed esperto di cultura digitale, che, già nei primi anni '80, ha cercato di convincere la famosa rete televisiva americana ABC a comprare un proprio spazio sul web. La richiesta di Kelly, però, si è dovuta scontrare con lo scetticismo di questo colosso mediatico, ancorato alla sua lunga tradizione. Il tempo ha dato però ragione a Kelly: l'ABC, che ha iniziato le sue trasmissioni nel 1948 e che da sessant'anni costruisce e trasmette contenuti mediatici, si è vista, oggi, superare dal giovane YouTube, che, in meno di quattro anni, ha raccolto più di 200.000 video.
La seconda storia ha, invece, come protagonista Gary Brosnan, teenager del New Jersey, che dalla sua piccola camera da letto, con l'utilizzo di una web cam, ha creato un proprio video rielaborando la hit dance moldava “Dragostea Din Tei”, diventando così un fenomeno internazionale visto da più di un miliardo di visitatori. Il video di Brosnan, nato come un gioco, è diventato “un rituale con senso”, e ha rivalutato l'utilizzo della web cam; oggi, infatti, persone di tutto il mondo creano video personali dalle loro camere e li diffondono attraverso YouTube, piattaforma virtuale, nata nel 2005, a cui “tutti possono contribuire”. “Gary è stato il primo mixer virtuale, la celebrazione di una nuova forma di comunità che può comunicare attraverso il web, egli rappresenta il nuovo mondo in cui viviamo”.
La terza storia si basa su un esperimento effettuato da Wesch stesso al fine di dimostrare il nuovo modo di comunicare attraverso il web che “non connette l'informazione, ma le persone”. Wesch ha girato un semplice video in cui riprende la sua casa in Kansas e l'ha pubblicato su digg.com, un sito web di social bookmarking in cui le notizie ed i collegamenti sono proposte dagli utenti, e sono poi promosse in prima pagina in base ad un sistema di graduatoria basato sulla valutazione degli altri utenti della comunità. Questo semplice video ha riscosso un inaspettato successo: è stato scelto per essere pubblicato sulla prima pagina, già al terzo giorno contava più di mille visitatori, è rimasto tra i primi cinque anche durante il Super Bowl Sunday, evidenziando che le persone, hanno preferito un video privato, girato gratuitamente, alle costose pubblicità. Con il suo esperimento il professor Wesch ha voluto, dunque, dimostrare che “al centro del media scope ci siamo noi, quindi i media non sono solo mezzi di comunicazione ma sono mediatori di relazioni sociali. Cambiando il modo di comunicare cambiano anche le relazioni sociali”.
You tube ha continuato a essere oggetto del discorso di Gary Wesch che ha mostrato l'infinito numero di fenomeni che possono crearsi all'interno di questa piattaforma. Uno di questi è il cosiddetto “collasso del contesto”, che avviene quotidianamente con i video su Youtube e che è legato al problema del «remixing», ovvero la creazione di contenuti multimediali nuovi usando materiali già esistenti protetti da copyright. “Youtube a volte può diventare anche spietato- sostiene Wesch- perchè dà la possibilità di creare un crollo del contesto e modificare ciò che la persona ripresa dice”. Basti pensare ai video scherzosi che vedono come protagonisti i politici che, immersi in un contesto diverso, vengono ridicolizzati. A dimostrazione di tutto questo sono stati proiettati due famosi video: il primo è quello di “Geordie”, ovvero il filmato in cui un bambino neonato morde il dito del fratellino che urla “ahi Geordie!” ripetutamente, di cui sono stati girati numerosi remake e addirittura un dj ha inciso una canzone riutilizzando l'esclamazione del bambino su una base musicale mixata da lui. L'altro video è quello del “ballo del Numa Numa” in cui un gruppo di ragazzi di colore si dimenano in passi di danza a ritmo di una loro canzone. Questo video ha fatto il giro del mondo ed anche esso è stato oggetto di numerosi remake, tanto che una casa discografica ha offerto un contratto ai giovani artisti del Numa Numa. Nell'agosto 2007 è stato poi girato il video ufficiale di questa band e la canzone è rimasta in cima alle classifiche Usa per sette mesi e ha addirittura vinto un Emmy Awards.
Altro fenomeno che si verifica all'interno di Youtube è il “collab”, cioè la collaborazione tra più persone per dare vita a un video. Emblematico è il filmato nato dall'unione di duemila persone che hanno scritto un messaggio sulla propria mano (la maggior parte “one world”) e l'hanno messo in primo piano davanti alla web cam, a dimostrazione di come attraverso il web si possa creare una vera e propria comunità. Wesch infatti afferma che “ognuno di noi è solo e cerca di raggiungere gli altri, perchè sente che qualcosa manca nella propria vita; tutti coloro che usano You Tube, infatti, cercano principalmente unione”, il sentirsi parte di qualcosa e condividere gli stessi bisogni.
Infine Gary Wesch ha parlato del gruppo di lavoro che lui stesso ha costituito con 15 studenti per «integrarsi nella comunità di Youtube». Ne è venuta fuori una ricerca intitolata «Digital Etnography» dalla quale emerge un mondo di realtà interconnesse, fatto di «media that mediate the relationship», ovvero i mezzi di comunicazione che mediano le relazioni umane.
Carola Correnti e
Salvatore Cernuzio
La prima storia si riferisce a Kevin Kelly, giornalista ed esperto di cultura digitale, che, già nei primi anni '80, ha cercato di convincere la famosa rete televisiva americana ABC a comprare un proprio spazio sul web. La richiesta di Kelly, però, si è dovuta scontrare con lo scetticismo di questo colosso mediatico, ancorato alla sua lunga tradizione. Il tempo ha dato però ragione a Kelly: l'ABC, che ha iniziato le sue trasmissioni nel 1948 e che da sessant'anni costruisce e trasmette contenuti mediatici, si è vista, oggi, superare dal giovane YouTube, che, in meno di quattro anni, ha raccolto più di 200.000 video.
La seconda storia ha, invece, come protagonista Gary Brosnan, teenager del New Jersey, che dalla sua piccola camera da letto, con l'utilizzo di una web cam, ha creato un proprio video rielaborando la hit dance moldava “Dragostea Din Tei”, diventando così un fenomeno internazionale visto da più di un miliardo di visitatori. Il video di Brosnan, nato come un gioco, è diventato “un rituale con senso”, e ha rivalutato l'utilizzo della web cam; oggi, infatti, persone di tutto il mondo creano video personali dalle loro camere e li diffondono attraverso YouTube, piattaforma virtuale, nata nel 2005, a cui “tutti possono contribuire”. “Gary è stato il primo mixer virtuale, la celebrazione di una nuova forma di comunità che può comunicare attraverso il web, egli rappresenta il nuovo mondo in cui viviamo”.
La terza storia si basa su un esperimento effettuato da Wesch stesso al fine di dimostrare il nuovo modo di comunicare attraverso il web che “non connette l'informazione, ma le persone”. Wesch ha girato un semplice video in cui riprende la sua casa in Kansas e l'ha pubblicato su digg.com, un sito web di social bookmarking in cui le notizie ed i collegamenti sono proposte dagli utenti, e sono poi promosse in prima pagina in base ad un sistema di graduatoria basato sulla valutazione degli altri utenti della comunità. Questo semplice video ha riscosso un inaspettato successo: è stato scelto per essere pubblicato sulla prima pagina, già al terzo giorno contava più di mille visitatori, è rimasto tra i primi cinque anche durante il Super Bowl Sunday, evidenziando che le persone, hanno preferito un video privato, girato gratuitamente, alle costose pubblicità. Con il suo esperimento il professor Wesch ha voluto, dunque, dimostrare che “al centro del media scope ci siamo noi, quindi i media non sono solo mezzi di comunicazione ma sono mediatori di relazioni sociali. Cambiando il modo di comunicare cambiano anche le relazioni sociali”.
You tube ha continuato a essere oggetto del discorso di Gary Wesch che ha mostrato l'infinito numero di fenomeni che possono crearsi all'interno di questa piattaforma. Uno di questi è il cosiddetto “collasso del contesto”, che avviene quotidianamente con i video su Youtube e che è legato al problema del «remixing», ovvero la creazione di contenuti multimediali nuovi usando materiali già esistenti protetti da copyright. “Youtube a volte può diventare anche spietato- sostiene Wesch- perchè dà la possibilità di creare un crollo del contesto e modificare ciò che la persona ripresa dice”. Basti pensare ai video scherzosi che vedono come protagonisti i politici che, immersi in un contesto diverso, vengono ridicolizzati. A dimostrazione di tutto questo sono stati proiettati due famosi video: il primo è quello di “Geordie”, ovvero il filmato in cui un bambino neonato morde il dito del fratellino che urla “ahi Geordie!” ripetutamente, di cui sono stati girati numerosi remake e addirittura un dj ha inciso una canzone riutilizzando l'esclamazione del bambino su una base musicale mixata da lui. L'altro video è quello del “ballo del Numa Numa” in cui un gruppo di ragazzi di colore si dimenano in passi di danza a ritmo di una loro canzone. Questo video ha fatto il giro del mondo ed anche esso è stato oggetto di numerosi remake, tanto che una casa discografica ha offerto un contratto ai giovani artisti del Numa Numa. Nell'agosto 2007 è stato poi girato il video ufficiale di questa band e la canzone è rimasta in cima alle classifiche Usa per sette mesi e ha addirittura vinto un Emmy Awards.
Altro fenomeno che si verifica all'interno di Youtube è il “collab”, cioè la collaborazione tra più persone per dare vita a un video. Emblematico è il filmato nato dall'unione di duemila persone che hanno scritto un messaggio sulla propria mano (la maggior parte “one world”) e l'hanno messo in primo piano davanti alla web cam, a dimostrazione di come attraverso il web si possa creare una vera e propria comunità. Wesch infatti afferma che “ognuno di noi è solo e cerca di raggiungere gli altri, perchè sente che qualcosa manca nella propria vita; tutti coloro che usano You Tube, infatti, cercano principalmente unione”, il sentirsi parte di qualcosa e condividere gli stessi bisogni.
Infine Gary Wesch ha parlato del gruppo di lavoro che lui stesso ha costituito con 15 studenti per «integrarsi nella comunità di Youtube». Ne è venuta fuori una ricerca intitolata «Digital Etnography» dalla quale emerge un mondo di realtà interconnesse, fatto di «media that mediate the relationship», ovvero i mezzi di comunicazione che mediano le relazioni umane.
Carola Correnti e
Salvatore Cernuzio
mercoledì 26 novembre 2008
sabato 22 novembre 2008
Lutto nel giornalismo: addio a Sandro Curzi
Il giornalismo italiano dice addio a una delle penne più brillanti della stampa nazionale. Sandro Curzi si è spento questa mattina a Roma, dopo una lunga malattia, all’età di 78 anni. Una vita dedicata alle sue due grandi passioni: il giornalismo e la politica, dividendosi tra le fila della sinistra radicale e le scrivanie delle redazioni. Sin dalla giovane età aveva scelto gli ideali politici che sarebbero stati il suo credo di una vita: resistente a 13 anni, tesserato del Pci già a 14, scelto da Enrico Berlinguer per ricostruire la Federazione giovanile comunista italiana (Fgci) a soli 19 anni, negli anni ‘90 ha deciso di aderire a Rifondazione Comunista accanto a Fausto Bertinotti. Comunista e antifascista ha esercitato il suo impegno politico attraverso la sua carriera giornalistica. Affascinato dai nuovi mezzi di comunicazione è riuscito con abilità a districarsi tra la carta stampata, la radio e la televisione: direttore dell’Unità, organo del Pci, fino al ’64 ha vissuto e raccontato gli anni caldi tra il ‘68 e i primi anni ’70 dalla scrivania di vice direttore di “Paese Sera”. Nel ‘75 è iniziata la sua lunga esperienza con la televisione di stato a cui è rimasto legato fino alla fine: redattore del Gr1 e padre fondatore della terza rete Rai è diventato famoso tra il grande pubblico come direttore "d'assalto" del Tg3 attraverso il quale ha creato un’informazione coraggiosa, dinamica e aggressiva, specchio del malcontento della sinistra italiana contro il govrno. Grazie a lui, che ha avuto sempre il coraggio di dire ciò che pensava, questo telegiornale ha acquistato un'autorevolezza tale da essere apprezzato da un numero sempre maggiore di telespettatori. Dopo una parentesi di otto anni come direttore di Liberazione nel 2005 è tornato in Rai a sedere tra le poltrone della dirigenza come consigliere di amministrazione, ruolo che esercitava attualmente. Lo spessore umano e intellettuale di Sandro Curzi lo hanno reso un grande giornalista e un grande uomo politico, è stato in vita un punto di riferimento del giornalismo italiano e rimarrà sempre un esempio per tutti i giovani che vogliono intraprendere questa carriera.
I Saluti di chi lo conosceva.......
Giorgio Napolitano: "Perdo un amico" "La notizia della scomparsa di Sandro Curzi mi colpisce e addolora". Lo dice il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Curzi, aggiunge, "è stato uomo di schietta passione politica e di sempre viva non comune cordialità umana. Le aspre polemiche che lo coinvolsero nel periodo della sua massima responsabilità giornalistica non lo indussero mai ad astiose chiusure nè ad alcuna attenuazione della sua autonomia di giudizio e del suo senso delle istituzioni. Tanto meno ne fu scalfito il suo profondo attaccamento al servizio televisivo pubblico com’è testimoniato dal suo impegno negli ultimi tempi."
Gian Franco Fini: "Ho appreso con autentico dispiacere la notizia della scomparsa di Sandro Curzi, decano del giornalismo italiano, in ogni sua espressione, dalla radio, alla carta stampata, alla televisione. La passione, il rigore e l’intelligenza con la quale ha saputo interpretare, anche con posizioni non convenzionali, i processi ed i cambiamenti della storia nazionale ne fanno un punto di riferimento per quanti considerano la professione giornalistica un servizio alla libertà di pensiero e alla democrazia". È il messaggio di cordoglio del presidente della Camera Gianfranco Fini per la morte di Sandro Curzi. "Alla moglie Bruna e alla figlia Candida - scrive Fini - rivolgo le condoglianze mie personali e della Camera dei deputati per il grave lutto subito".
Michele Santoro: "La sensazione che ho provato quando sono andato a trovarlo in ospedale, e' stata quella di trovarmi davanti a una persona straordinaria. '-Michele, stavolta non ce la faro"-, ha detto, ma poi si e'messo a conversare con me di politica, della Rai, dei temi tipici delle nostre normali chiacchierate, con una allegria incredibile data la situazione". "Cosi' - continua Santoro - siamo tornati al nostro abituale rapporto, che non e' stato quello tra un padre e un figlio, come forse si potrebbe immaginare, ma tra un fratello maggiore e unoun po' piu' piccolo, un rapporto percio' fatto di grande solidarieta', ma anche pieno di conflitti, di scontri fortissimi che pero' non hanno mai compromesso la nostra solidarieta' quasidi sangue". Di Curzi a Santoro piace ricordare "la grandissima capacita' di arricchirsi e di nutrirsi del rapporto con gli altri, anche con persone diverse da lui. Persone comeSandro in giro ce ne sono veramente poche: spero che la sua scomparsa sia un monito per quelli che restano - conclude - ad essere piu' profondamente se stessi, piu' rispettosi di coloroche non sono uguali a noi, ma che ci fanno sentire la vita piu' interessante, piu' degna di essere vissuta, piu' allegra".
IL PRIMO DISCORSO DEL SABATO DEL NEO PRESIDENTE BARACK OBAMA
Dopo l'innovativa campagna elettorale mediatica Obama continua a stupire con la sua rivoluzione tecnologica. Lo strumeno del cambiamento promesso continua ad essere internet a costo di rivoluzionare il tradizionale appello del sabato al Congresso, che non sarà più soltanto radiofonico, ma sbarcherà anche in versione video su youtube. Da gennaio quando Obama diventerà presidente in carica il video sarà disponibile sul sito della Casa Bianca.
RANIA DI GIORDANIA REGINA DI YOUTUBE
Anche Rania di Giordania ha scelto youtube per la sua battaglia "contro i pregiudizi sul mondo arabo e musulmano". Sette mesi fa la regina ha deciso di mettersi in gioco davanti a una telecamera per parlare a tutto il mondo del suo Paese e dalle sua gente, per difendere una cultura che molti ignorano. Una decina, finora, i video di cui è protagonista, oltre a spazi riservati a gruppi, domande e commenti. Terrorismo islamico, delitti d' onore, diritti delle donne arabe sono i temi più frequenti sui quali la moglie di re Abdallah tenta di fare chiarezza. Spiega, riguardo alla questione femminile che "nn è vero che tutte le donne non lavorano" e con fermezza e commozione afferma che «ci sono persone che commettono terribili atti di violenza in nome dell' Islam» ma che non sono la maggioranza dei musulmani, e confessa:«Il terrorismo distrugge anche le nostre vite». E' soprattutto per difendere le nuove generazioni che la regina ha deciso di intraprendere quasta avventura "per dimostrare che non conoscono confini e che tra loro sanno comunicare". E se quando la regina ha pubblicato il suo primo video,"Inviatemi i vostri stereotipi", si è dovuta scontrare con critiche e scetticismo, oggi dopo aver raggiunto 3milioni di contatti e aver ricevuto 47mila messaggi, può affermare orgogliosa di aver vinto la sua scommessa. Una vittoria che verrà sancita sabato a San Francisco dove la Regina Rania riceverà il primo «YouTube Visionary Award», il riconoscimento che il celebre sito per la condivisione dei video assegna da quest' anno a chi mette in comune «a livello globale» materiale e proposte «per cambiare in modo positivo la società». «Il tentativo di Rania di abbattere i luoghi comuni rappresenta un modello. Premiarla è un onore e un piacere», ha spiegato Chad Hurley, cofondatore di YouTube, all' agenzia giordana Petra.
Dopo l'innovativa campagna elettorale mediatica Obama continua a stupire con la sua rivoluzione tecnologica. Lo strumeno del cambiamento promesso continua ad essere internet a costo di rivoluzionare il tradizionale appello del sabato al Congresso, che non sarà più soltanto radiofonico, ma sbarcherà anche in versione video su youtube. Da gennaio quando Obama diventerà presidente in carica il video sarà disponibile sul sito della Casa Bianca.
RANIA DI GIORDANIA REGINA DI YOUTUBE
Anche Rania di Giordania ha scelto youtube per la sua battaglia "contro i pregiudizi sul mondo arabo e musulmano". Sette mesi fa la regina ha deciso di mettersi in gioco davanti a una telecamera per parlare a tutto il mondo del suo Paese e dalle sua gente, per difendere una cultura che molti ignorano. Una decina, finora, i video di cui è protagonista, oltre a spazi riservati a gruppi, domande e commenti. Terrorismo islamico, delitti d' onore, diritti delle donne arabe sono i temi più frequenti sui quali la moglie di re Abdallah tenta di fare chiarezza. Spiega, riguardo alla questione femminile che "nn è vero che tutte le donne non lavorano" e con fermezza e commozione afferma che «ci sono persone che commettono terribili atti di violenza in nome dell' Islam» ma che non sono la maggioranza dei musulmani, e confessa:«Il terrorismo distrugge anche le nostre vite». E' soprattutto per difendere le nuove generazioni che la regina ha deciso di intraprendere quasta avventura "per dimostrare che non conoscono confini e che tra loro sanno comunicare". E se quando la regina ha pubblicato il suo primo video,"Inviatemi i vostri stereotipi", si è dovuta scontrare con critiche e scetticismo, oggi dopo aver raggiunto 3milioni di contatti e aver ricevuto 47mila messaggi, può affermare orgogliosa di aver vinto la sua scommessa. Una vittoria che verrà sancita sabato a San Francisco dove la Regina Rania riceverà il primo «YouTube Visionary Award», il riconoscimento che il celebre sito per la condivisione dei video assegna da quest' anno a chi mette in comune «a livello globale» materiale e proposte «per cambiare in modo positivo la società». «Il tentativo di Rania di abbattere i luoghi comuni rappresenta un modello. Premiarla è un onore e un piacere», ha spiegato Chad Hurley, cofondatore di YouTube, all' agenzia giordana Petra.
sabato 15 novembre 2008
venerdì 14 novembre 2008
Barack Obama: politico 2.0 con la campagna della tripla “O”
Il 4 novembre 2008 è stata scritta una nuova pagina di storia:il democratico Barack Obama è stato eletto quarantaquattresimo presidente degli Stati Uniti d'America, il primo afroamericano. La sua vittoria è stata una novità a 360 gradi. Novità non solo per il colore della sua pelle ma anche per la campagna elettorale che si è mostrata del tutto innovativa. Il neo presidente ha puntato sulle carte giuste, ha creduto nei nuovi mezzi di comunicazione per farsi conoscere e promuovere le sue idee. Ha scelto il web come veicolo principale, ha creato numerosi siti e links ad essi correlati grazie ai quali ha raccolto consensi e soprattutto gran parte dei fondi per finanziare la pubblicità elettorale. Usufruendo di Internet è riuscito a raggiungere e conquistare frange elettorali inaspettate e solitamente indifferenti fino a toccare anche la sensibilità di una larga fascia della popolazione
giovanile. E’ così che i suoi sostenitori hanno partecipato attivamente a questa campagna elettorale attraverso blog, forum, social network e gruppi in rete. Non a caso l’operato di Obama è stato definito campagna tecnologica della tripla “O” (Obama’s on-line operation) e il New York Times ha attribuito al candidato il merito di aver rivoluzionato la comunicazione politica tradizionale introducendo un nuovo modello, il politico 2.0 . Parola d’ordine: coinvolgere non solo comunicare; e quale modo migliore per avvicinare la gente comune(e quindi i futuri elettori) al futuro presidente se non utilizzando un medium che ormai è entrato prepotentemente nelle vite degli statunitensi? L’obiettivo era di utilizzare i vari canali virtuali per entrare nelle case degli americani e il popolo del web ha risposto numeroso : la pagina Facebook del senatore ha superato un milione e 100mila contatti, You Tube ha visto pubblicati 628 mila video amatoriali e non riguardanti Obama, la community ufficiale My.BarackObama.com, dove è stato possibile consultare le varie fasi della sua scalata alla Casa Bianca, ha raggiunto oltre 900 mila membri, e ancora Flickr dove anche dopo la vittoria sono state pubblicate numerose immagini dei sostenitori in festa e Myspace. Significativa durante i suoi dibattiti televisivi l'interazione con il pubblico a cui è stata data la possibilità di intervenire con domande attraverso la webcam. La sera dello spoglio i siti dei principali canali televisi CBS, CNN, ABC e FoxNews hanno riportato gli exit-poll in diretta, aggiornandoli minuto per minuto. Rispetto alle ultime elezioni la percentuale di coloro che hanno seguito la campagna elettorale sul web è salita al 33%. Se lo slogan elettorale è stato “yes we can” per esortare il suo popolo al cambiamento il web ha rappresentato il primo change che Obama ha saputo attuare. E il web continuerà ad essere protagonista anche durante il suo incarico presidenziale infatti nel suo discorso di insediamento alla casa Bianca ha presentato un nuovo sito internet in cui i cittadini potranno inviargli consigli e suggerimenti per partecipare attivamente alle scelte politiche del loro presidente.
Ma il merito più grande di Obama è stato quello di conoscere bene la società in cui vive, e di aver saputo utilizzare il nuovo linguaggio dell’era tecnologica rivelandosi più che il simbolo di un cambiamento che avverrà, il figlio legittimo del suo tempo.
OBAMA PRESIDENTE:IL PRIMO DISCORSO DOPO L'ELEZIONE
Barack Obama - Yes We Can music video
I Black Eyed Peas' hanno creato questo video musicale ispirati dal discorso di Barack Obama alle primarie del New Hampshire nel 2008. Assieme alla gente comune un cast di stelle ha prestato il volto per sostenere il proprio candidato alla Casa Bianca sulle note del messaggio di speranza Si Possiamo!!
giovedì 13 novembre 2008
L'arte al servizio del sociale
La Raccolta Indifferenziata genera Mostri
Video in stop motion per sensibilizzare sul tema della raccolta differenziata, immaginando un mondo animista di oggetti che prendono vita, si amano, generano mostri meticci di materiali, si vendicano.
Greenpeace condom animation- preserviamoci dall'inquinamento
Animazione per Greenpeace
Global warming-pass it on quick...non c'è tempo da perdere
Un breve doodled di animazione flash sul riscaldamento globale e il cambiamento climatico
The Animals Save the Planet - Elephant Shower
"Forse potrebbe essere preferibile pensare agli altri prima di utilizzare tutta l'acqua a nostra disposizione". Aiutiamo gli animali, salviamo il nostro pianeta, utilizziamo solo l'acqua di cui abbiamo bisogno: non sprechiamo questo bene!
The Animals Save the Planet - Romancing The Bag
Non inquiniamo il pianeta: usiamo prodotti biodegradabili!
The Animals Save the Planet - Energy Efficient Penguin
"Le lampadine a risparmio energetico consumano un quinto della energia delle lampadine normali". Aiutiamo il pianeta utilizzando lampadine a risparmio energetico!
L'appello di John Kennedy per una Rivoluzione Energetica
La Rivoluzione energetica è l'evoluzione del piano di Greenpeace per salvare il pianeta da cambiamenti climatici catastrofici. Questo documento è stato sviluppato da specialisti dell'Istituto di Termodinamica tecnica presso il Centro aerospaziale tedesco (DLR) e da più di 30 scienziati e ingegneri provenienti da università e istituti di ricerca per l'energia rinnovabile sparsi in tutto il mondo. Quando l'uomo ha camminato per la prima volta sulla luna è stato definito la generazione di questo nuovo millennio,ora ci troviamo di fronte a una sfida più grande: il cambiamento climatico che minaccia la nostra stessa esistenza! Quali ulteriori catastrofi dovranno accadere per convincere i leader mondiali che l'attuale tecnologia nel settore delle energie rinnovabili offre un ultimo residuo di speranza, per un futuro sostenibile? Non servono parole vuote e senza senso per trovare una soluzione. Adesso è il momento per una rivoluzione energetica! Riusciremo a guardare negli occhi dei nostri figli e dire loro che abbiamo avuto l'opportunità, ma mancava il coraggio? Riusciremo a guardare negli occhi dei nostri figli e dire loro che abbiamo avuto la tecnologia, ma mancava la visione? Oppure guardiamo negli occhi dei nostri figli e diciamo loro che abbiamo dovuto affrontare la nostra sfida come i nostri padri, prima di noi e combattiamo per l' "Energetic Revolution!"
Video in stop motion per sensibilizzare sul tema della raccolta differenziata, immaginando un mondo animista di oggetti che prendono vita, si amano, generano mostri meticci di materiali, si vendicano.
Greenpeace condom animation- preserviamoci dall'inquinamento
Animazione per Greenpeace
Global warming-pass it on quick...non c'è tempo da perdere
Un breve doodled di animazione flash sul riscaldamento globale e il cambiamento climatico
The Animals Save the Planet - Elephant Shower
"Forse potrebbe essere preferibile pensare agli altri prima di utilizzare tutta l'acqua a nostra disposizione". Aiutiamo gli animali, salviamo il nostro pianeta, utilizziamo solo l'acqua di cui abbiamo bisogno: non sprechiamo questo bene!
The Animals Save the Planet - Romancing The Bag
Non inquiniamo il pianeta: usiamo prodotti biodegradabili!
The Animals Save the Planet - Energy Efficient Penguin
"Le lampadine a risparmio energetico consumano un quinto della energia delle lampadine normali". Aiutiamo il pianeta utilizzando lampadine a risparmio energetico!
L'appello di John Kennedy per una Rivoluzione Energetica
La Rivoluzione energetica è l'evoluzione del piano di Greenpeace per salvare il pianeta da cambiamenti climatici catastrofici. Questo documento è stato sviluppato da specialisti dell'Istituto di Termodinamica tecnica presso il Centro aerospaziale tedesco (DLR) e da più di 30 scienziati e ingegneri provenienti da università e istituti di ricerca per l'energia rinnovabile sparsi in tutto il mondo. Quando l'uomo ha camminato per la prima volta sulla luna è stato definito la generazione di questo nuovo millennio,ora ci troviamo di fronte a una sfida più grande: il cambiamento climatico che minaccia la nostra stessa esistenza! Quali ulteriori catastrofi dovranno accadere per convincere i leader mondiali che l'attuale tecnologia nel settore delle energie rinnovabili offre un ultimo residuo di speranza, per un futuro sostenibile? Non servono parole vuote e senza senso per trovare una soluzione. Adesso è il momento per una rivoluzione energetica! Riusciremo a guardare negli occhi dei nostri figli e dire loro che abbiamo avuto l'opportunità, ma mancava il coraggio? Riusciremo a guardare negli occhi dei nostri figli e dire loro che abbiamo avuto la tecnologia, ma mancava la visione? Oppure guardiamo negli occhi dei nostri figli e diciamo loro che abbiamo dovuto affrontare la nostra sfida come i nostri padri, prima di noi e combattiamo per l' "Energetic Revolution!"
mercoledì 15 ottobre 2008
Il terzo "gigante" dopo Scilla e Cariddi
Fino ad oggi il panorama messinese si presenta così: spiagge bianche e mare cristallino.
Ma per quanto tempo ancora potremmo godere di questa oasi nel mediterraneo?
Ora infatti i messinesi si trovano davanti ad un destino incerto; da anni è aperta la questione della costruzione di un ponte sullo stretto, che unisce Scilla e Cariddi. Sin dall’inizio questo progetto è stato fonte di numerosi dibattiti, manifestazioni di massa e varie dichiarazioni in favore ed altrettante contro, che hanno reso ancor più evidente l’ampio coinvolgimento della popolazione.
I fautori del progetto ritengono questo piano necessario per lo sviluppo ed il sostegno dell’economia siciliana, pensando così di garantire più posti di lavoro. Ma sarà poi così vero?.
Gli economisti sono convinti che questo grande investimento abbia effetti trascurabili sull’occupazione, mentre al contrario il potenziamento dei servizi di navigazione darebbe risultati migliori a prezzi più bassi. Una valutazione fatta dall’Advisor (società di consulenza finanziaria del progetto), ha messo in risalto gli effetti negativi dopo cinque anni di attività del ponte, sostiene inoltre che: “…il quadro degli effetti occupazionali diretti, nel caso di scenario con ponte, mette in luce una perdita di posti di lavoro; 1.234 addetti fra i lavoratori del traghettamento, che non viene recuperata se non parzialmente, perché il ponte è in grado di generare solo circa 480 posti di lavoro. La perdita netta sarebbe quindi di 764 posti…” .
Un’ulteriore ragione per la quale sono state fatte numerose manifestazioni contro questa mastodontica struttura, è l’elevato impatto ecologico e ambientale che avrebbe sul territorio. A causa dei risaputi problemi sismici, sono nati parecchi dubbi circa la sicurezza della zona. Anche se il governo rassicura che questo “gigante” potrà resistere a terremoti di magnitudo 7,2 Richter, in ogni caso il geologo Mario Tozzi fa notare che: “un violento terremoto unirebbe due città devastate”.
Nel frattempo chi si sta occupando delle tante famiglie residenti nella zona di Torre Faro e Ganzirri (aree nevralgiche coinvolte nei lavori) alle quali verranno sottraete le abitazioni? Fin’ora le uniche risposte ottenute, in via ufficiosa, è che la famiglie verranno indennizzate per l’esproprio con la metà del valore dell’immobile.
Ci troviamo davanti ad una situazione poco chiara, che non rassicura gli animi dei messinesi.
In definitiva dietro quest’opera grandiosa, che affianca l’intento di alcuni uomini pubblici intenzionati a lasciare un segno nella storia, vi sono sufficienti ragioni per abbandonare l’idea del ponte, riorganizzando con maggiore efficienza ed efficacia i trasporti navali e utilizzando i capitali stanziati per soluzioni alternative, più utili alla collettività.
Ma per quanto tempo ancora potremmo godere di questa oasi nel mediterraneo?
Ora infatti i messinesi si trovano davanti ad un destino incerto; da anni è aperta la questione della costruzione di un ponte sullo stretto, che unisce Scilla e Cariddi. Sin dall’inizio questo progetto è stato fonte di numerosi dibattiti, manifestazioni di massa e varie dichiarazioni in favore ed altrettante contro, che hanno reso ancor più evidente l’ampio coinvolgimento della popolazione.
I fautori del progetto ritengono questo piano necessario per lo sviluppo ed il sostegno dell’economia siciliana, pensando così di garantire più posti di lavoro. Ma sarà poi così vero?.
Gli economisti sono convinti che questo grande investimento abbia effetti trascurabili sull’occupazione, mentre al contrario il potenziamento dei servizi di navigazione darebbe risultati migliori a prezzi più bassi. Una valutazione fatta dall’Advisor (società di consulenza finanziaria del progetto), ha messo in risalto gli effetti negativi dopo cinque anni di attività del ponte, sostiene inoltre che: “…il quadro degli effetti occupazionali diretti, nel caso di scenario con ponte, mette in luce una perdita di posti di lavoro; 1.234 addetti fra i lavoratori del traghettamento, che non viene recuperata se non parzialmente, perché il ponte è in grado di generare solo circa 480 posti di lavoro. La perdita netta sarebbe quindi di 764 posti…” .
Un’ulteriore ragione per la quale sono state fatte numerose manifestazioni contro questa mastodontica struttura, è l’elevato impatto ecologico e ambientale che avrebbe sul territorio. A causa dei risaputi problemi sismici, sono nati parecchi dubbi circa la sicurezza della zona. Anche se il governo rassicura che questo “gigante” potrà resistere a terremoti di magnitudo 7,2 Richter, in ogni caso il geologo Mario Tozzi fa notare che: “un violento terremoto unirebbe due città devastate”.
Nel frattempo chi si sta occupando delle tante famiglie residenti nella zona di Torre Faro e Ganzirri (aree nevralgiche coinvolte nei lavori) alle quali verranno sottraete le abitazioni? Fin’ora le uniche risposte ottenute, in via ufficiosa, è che la famiglie verranno indennizzate per l’esproprio con la metà del valore dell’immobile.
Ci troviamo davanti ad una situazione poco chiara, che non rassicura gli animi dei messinesi.
In definitiva dietro quest’opera grandiosa, che affianca l’intento di alcuni uomini pubblici intenzionati a lasciare un segno nella storia, vi sono sufficienti ragioni per abbandonare l’idea del ponte, riorganizzando con maggiore efficienza ed efficacia i trasporti navali e utilizzando i capitali stanziati per soluzioni alternative, più utili alla collettività.
sabato 11 ottobre 2008
primo post editoria multimediale
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